mercoledì 1 maggio 2013

BERGSON -il tempo e la memoria


IL TEMPO
Al centro degli studi di Bergson vi è l’analisi del concetto di tempo, dalla
quale prenderà l’avvio l’intero progetto di rifondazione metafisica della filosofia e di critica del positivismo. Bergson si rende conto che il concetto di tempo, di cui fa uso la fisica, è profondamente differente da quello della coscienza dell’uomo:
§ Il tempo della scienza, è infatti un tempo spazializzato, una successione misurabile di istanti, costituita di intervalli uguali su di una ipotetica retta. Questo tempo è quindi di tipo meccanico e ha un grande valore perché è sul suo carattere di “misurabilità fatto di tanti istanti scollegati tra loro che si regge l’organizzazione della vita pratica e sociale (visto come utile e necessario, ad es. gli orologi). Ma questo non è l’unico tempo esistente. 
§ Il tempo della coscienza, è una suggestiva concezione del tempo come interiorità e durata, che è il fondamento di una visione del mondo spiritualista (si rifà a Sant’Agostino). A differenza del tempo della scienza, questo è un flusso continuo del passato nel presente, grazie alla memoria, e del presente nel futuro, attraverso i progetti: non ci sono istanti tra loro staccati. Vi è quindi una scomparsa di tutte le categorie di misurazione, e il tempo diventa soggettivo e completamente slegato da quello scientifico. Il tempo della coscienza perciò è:

1.    Tempo della durata: il tempo che dura, il passato che è presente (ricordi che ci influenzano nel presente)
2.    Tempo della vita cioè delle cose che hanno significato per me, che rappresentano la mia vita vissuta. È quindi un tempo interiore.
3.    Qualitativo: perché non è misurabile, ma è dipendente dai ricordi e sensazioni che vengono suscitate in me. 
4.    Flusso continuo: non soggetto ad essere segmentato in parti.
La coscienza supera perciò il determinismo fisico, aprendo la strada alla libertà psicologica: la libertà è l’elemento che appunto contraddistingue la persona umana, e non è possibile definirla, perché facendolo, la si schematizzerebbe limitandola  perciò in parametri. È un qualcosa di visibile solo nell’io, non è riproducibile all’esterno.

 LA MEMORIA
Strettamente collegata all’idea di tempo è il tema della memoria, grazie alla quale il nostro passato esiste. Attraverso il processo del ricordo, la vita dello spirito si trasforma in azione sul mondo, e viene distinto da Bergson in tre diverse modalità:

1.    Ricordo puro: è la memoria profonda, il deposito inconscio di tutte le esperienze passate. Ha carattere spirituale e costituisce il nostro passato, tutto intero, che ci accompagna in ogni momento, anche se non ce ne rendiamo conto, e che attualizza le esperienze passate mediante la seconda fase, cioè il ricordo-immagine. 
2.    Ricordo-Immagine: è l’atto con cui quel passato si materializza, facendosi in parte presente qui e ora. Tale materializzazione del ricordo puro è operata del cervello e, dunque, è un fatto fisiologico, appartiene al nostro corpo: non si escludono perciò possibili alterazioni a causa di malattie (colpiscono solo il ricordo-immagine). Il nostro passato non si perde mai: esso è virtualmente sempre disponibile, anche se in modo inconscio.

3.    Percezione: è la facoltà che ci lega al mondo esterno e ha la funzione di selezionare i dati che ci sono più utili ai fini delle nostre attività concrete. La percezione di un suono, odore o immagine di oggi può risvegliare in noi altri suoni, odori e immagini e con essi esperienze del passato riattualizzate mediante il ricordo-immagine.

FEUERBACH - differenza con HEGEL e religione come autoscenza dell'uomo

La filosofia di Feuerbach ha come sottofondo costantemente la critica al pensiero hegeliano. Feuerbach da un'immagine rovesciata delle cose; quello che viene prima ovvero il CONCRETO, figura come ciò che viene dopo, mentre ciò che viene dopo, L'ASTRATTO , figura come ciò che viene prima.
Ebbene , per Feuerbach è il contrario; non è l'essere che deriva dal pensiero , ma il pensiero che deriva dall'essere, Feuerbach parte quindi dal concreto per arrivare all'astratto.

Per Feurbach la religione è la prima reazione alla limitatezza dell’uomo: l’infelicità, la sofferenza conducono l’uomo a Dio. L’obiettivo di Feuerbach è conoscere l’ESSENZA DELLA RELIGIONE E IL SUO RAPPORTO CON L’UOMO, s'interroga dunque sull'origine e lo sviluppo della religione. La religione ha una funzione positiva in quanto consente galantuomo di scoprire la propria essenza, ovvero cos'è l’umanità. La religione incombe nel momento in cui l’uomo cerca sostegno e sicurezza in un essere infinito e immortale, cioè Dio. Feuerbach afferma infatti che non e’ stato Dio a creare l’uomo ma l’uomo a creare Dio, quindi il concreto crea l’astratto. L’essere umano è caratterizzato da tre facoltà fondamentali, che rappresentano i valori assoluti dell’esistenza umana:
1. Ragione o il pensiero conoscenza;
2. Volontà carattere;
3. Cuore amore.
Arriva a conoscerle e essere consapevole della loro realtà attraverso la religione. Per conoscere si deve oggettivare ciò che si vuole conoscere. La religione quindi è l’oggettivazione dell’essenza umana in un essere, Dio, considerato come altro e indipendente dall’uomo. La religione rappresenta la prima forma di autocoscienza dell’uomo. Questo processo di oggettivazione è compiuto inconsapevolmente, ciò porta l’uomo a vedere Dio non come la proiezione di sé (come dovrebbe essere), ma come per sé, esistente ma dotato di una propria realtà. Ma in realtà tutte le qualità che vengono attribuite a Dio non sono altro che qualità proprie dell’uomo. Dio è quindi posto come un essere strano e diverso. Questo processo di “spostamento” viene chiamato alienazione. L’ALIENAZIONE RELIGIOSA SI VERIFICA QUANDO L’UOMO CONSIDERA DELLE CARATTERISTICHE DEL DIVINO COME OGGETTIVAMENTE APPARTENENTI AL DIVINO STESSO, MENTRE INVECE HANNO RADICI NELL’UOMO.

F.NIETZSCHE- la morte di dio e la nascita del SUPERUOMO


LA MORTE DI DIO
Per Nietzsche Dio è sostanzialmente
1; il simbolo di ogni prospettiva oltremondana
2; la personificazione delle certezze ultime.           
IL PRIMO punto è connesso alla convinzione nietzschiana secondo cui Dio è l’oltremondo hanno rappresentato una fuga dalla vita e una rivolta contro questo mondo.
Il SECONDO discende dalla maniera nietzschiana di concepire la metafisica. Secondo il filosofo, l’immagine di un cosmo ordinato e benefico è soltanto una costruzione della nostra mente, ai fini di sopportare la durezza dell’esistenza. In altri termini , di fronte a una realtà che risulta, disordinata e crudele, gli uomini, per poter sopravvivere, hanno dovuto convincere se stessi e i loro figli che il mondo è qualcosa di logico.
L’accettazione della morte di Dio rappresenta il presupposto necessario della transizione dall’uomo al superuomo L’annuncio della morte di Dio può essere considerato il vero e proprio nucleo della riflessione di Nietzsche nella sua fase più matura.                                                                                                                                                                                        Con la morte di Dio si afferma la fine di ogni TRASCENDENZA, sia religiosa che metafisica , la fine della verità immutabile  e dei sistemi di valori assoluti, e la scomparsa del cristianesimo che Nietzsche vede come un inganno, caratterizzato dallo spirito di risentimento dei deboli verso i più forti. La fine del cristianesimo comporta anche la messa da parte di quella “ morale della rinuncia “ che Nietzsche aveva abbracciato. Significa quindi venir meno alla possibilità di ogni illusione, di ogni possibile consolazione. Quindi, vivere senza illusioni e consolazioni,  nudo e inerme davanti all'imprevedibilità dell’esistenza.                                                                   Diciamo che la morte di Dio consiste in un “trauma”, ma solo in relazione a un uomo –NON-ANCORA –SUPERUOMO , che in virtù di essa può diventare tale. Infatti con la morte di Dio abbiamo la nascita del SUPER UOMO

SUPERUOMO


IL SUPERUOMO è un uomo che sa rinunciare a tutte le illusioni della filosofia e della religione, rendendosi totalmente indipendentemente dai valori tradizionali. E’ un uomo che sa abbandonare la morale da schiavi in cui è stato educato ed abbracciare un ‘aristocratica morale dell’affermazione di se, attraverso l’accettazione di tutto ciò che è terreste e corporeo, un uomo nuovo. 
Il superuomo è capace di porsi al di là  del bene e del male , non è tanto un eroe o un soggetto dalle qualità straordinarie: è l’uomo capace di prendere su di sé  la responsabilità della creazione di nuovi valori, nel momento in cui accetta con gioia la vita cosi com’è.                                                                                                     Il superuomo è un concetto filosofico di cui si serve Nietzsche per esprimere l’ideale di un nuovo essere qualificato da una serie di caratteristiche . E’ colui che è in grado di accettare la dimensione tragica e dionisiaca della vita ; di “ reggere la morte di Dio e la perdita delle certezze assolute “; di emanciparsi dalla morale e dal cristianesimo; di porsi come volontà e potenza . il concetto di super uomo , coincide con l’ideale di un tipo superiore che si erige al di sopra delle masse .

KIERKEGAARD- gli stati dell'esistenza


Vita estetica e vita morale/etica sono separate da una sorta di abisso/salto. Ogni stadio forma una vita a sé e si presenta nell’uomo come un’alternativa che ne esclude l’altra.

1)  VITA ESTETICA (immediatezza): forma di vita di chi esiste nell’attimo, fuggevolissimo e irripetibile. Ricerca da parte dell’esteta di ciò che di più interessante può esistere, riportando le diverse situazioni della vita concreta come se fossero frutto dell’immaginazione, costruendo un mondo luminoso privo di tutto ciò che è banale, insignificante e meschino e vivendo in uno stato di permanente ebbrezza intellettuale.  Non esiste ripetizione, monotonia.
La vita estetica è concretamente rappresentata da Kierkegaard nella figura di Don Giovanni, il protagonista del Diario di un seduttore, che sa porre il suo godimento non nella ricerca sfrenata e indiscriminata del piacere, ma nella limitazione e nell’intensità dell’appagamento.- Novità + avventura + non-scelta è dispersione + noia + disperazione.
- Ricerca costante del piacere in maniera sempre più intensa e appagante.
MA tutto ciò conduce inevitabilmente l’esteta alla noia e alla disperazione,

2)  VITA ETICA (scelta della scelta): implica stabilità e continuità; è il dominio nella riaffermazione di sé, del dovere, della fedeltà a se stessi à il dominio della libertà nella quale l’uomo si forma e si afferma da sé. L’uomo singolo si sottopone a una forma, si adegua all’universale e rinuncia a essere l’eccezione.
- Come la vita estetica è incarnata dal seduttore, la vita etica è incarnata dal marito. Con il matrimonio ogni coppia può raggiungere la felicità, diversamente dall’amore estetico secondo cui ogni coppia di persone eccezionali è felice in forza dell’eccezionalità del loro legame e della loro personalità.
- La persona etica vive del suo lavoro. Il suo lavoro è anche la sua vocazione,percio lavora con piacere.
-l'uomo non può rinunciare a nulla della sua storia; anche se essa porta dolore ; ed essendo che l'uomo si riconosce in questi aspetti si pente. 

3) VITA RELIGIOSA (rapporto assoluto con l’Assoluto), non c’è continuità tra la vita etica e quella religiosa. Tra esse c’è anzi un abisso, Kierkegaard chiarisce questa opposizione in Timore e tremore, raffigurando la vita religiosa
nella persona di Abramo che riceve da Dio l’ordine di uccidere suo figlio Isacco, infrangendo le regole per la quale è vissuto à l’affermazione del principio religioso sospende interamente l’azione del principio morale. Non c’è conciliazione sintesi.
L’uomo religioso sceglie di seguire interamente le leggi religiose anche a discapito del suo isolamento dal resto del genere umano, sceglie quindi la:
- Fede = rapporto privato tra uomo e Dio, ovvero un rapporto assoluto con l’Assoluto.
- Dominio della solitudine.
- Caratteristica: questa vita è incerta e rischiosa, poiché non sa con certezza se egli è “l’eletto” di Dio

mercoledì 17 aprile 2013

Schopenhauer-pessimismo


La vita secondo Schopenhauer è soltanto sofferenza e dolore, perché l’uomo è sempre soggetto a questa volontà infinita. Volere significa infatti desiderare qualcosa, e desiderare significa trovarsi in un continuo stato di tensione per la mancanza di qualcosa che si vorrebbe avere. Il desiderio quindi è mancanza, vuoto, e quindi dolore. E poiché nell’uomo la volontà è più cosciente rispetto agli altri esseri, egli stesso risulta essere il più bisognoso e mancante, destinato a non trovare mai un appagamento duraturo. Quello che gli uomini chiamano godimento (fisico) o gioia (psichica) non è altro che una momentanea cessazione del dolore: perché ci sia piacere, infatti, bisogna per forza che ci sia uno stato precedente di dolore. Il dolore, al contrario, non può essere visto come cessazione di piacere: un individuo può sperimentare molti dolori senza che questi siano preceduti da altrettanti piaceri. ( “non v’è rosa senza spine, ma vi sono parecchie spine senza rose!”). Per questo il dolore è uno stato primario e permanente, mentre il piacere è solo una funzione derivata del dolore, una momentanea cessazione di esso. Accanto al dolore, che è duraturo, e al piacere, che è momentaneo, c’è la noia, la quale secondo Schopenhauer subentra non appena l’uomo raggiunge il piacere, perché una volta ottenuto ciò che vogliamo, sparisce l’attrazione, e cerchiamo subito qualcos’altro. La vita umana, quindi, è come un pendolo che oscilla incessantemente tra dolore e noia, passando attraverso il fugace e illusorio momento del piacere e della gioia..
diciamo che il più potente atto di dolore per l'uomo è sicuramente l'amore.
Secondo Schopenhauer non c'è amore senza sessualità.E’ per questo che l’amore viene inconsapevolmente avvertito come peccato e vergogna, e inoltre è responsabile del maggiore dei delitti, cioè della procreazione di altre creature destinate a soffrire. Schopenhauer afferma che “l’amore è nient’altro che due infelicità che si incontrano, due infelicità che si scambiano e una terza infelicità che si prepara”.