IL TEMPO
Al centro degli studi di Bergson vi è l’analisi del concetto di tempo, dalla
quale prenderà l’avvio l’intero progetto di rifondazione metafisica della filosofia e di critica del positivismo. Bergson si rende conto che il concetto di tempo, di cui fa uso la fisica, è profondamente differente da quello della coscienza dell’uomo:
§ Il tempo della scienza, è infatti un tempo spazializzato, una successione misurabile di istanti, costituita di intervalli uguali su di una ipotetica retta. Questo tempo è quindi di tipo meccanico e ha un grande valore perché è sul suo carattere di “misurabilità” fatto di tanti istanti scollegati tra loro che si regge l’organizzazione della vita pratica e sociale (visto come utile e necessario, ad es. gli orologi). Ma questo non è l’unico tempo esistente.
§ Il tempo della coscienza, è una suggestiva concezione del tempo come interiorità e durata, che è il fondamento di una visione del mondo spiritualista (si rifà a Sant’Agostino). A differenza del tempo della scienza, questo è un flusso continuo del passato nel presente, grazie alla memoria, e del presente nel futuro, attraverso i progetti: non ci sono istanti tra loro staccati. Vi è quindi una scomparsa di tutte le categorie di misurazione, e il tempo diventa soggettivo e completamente slegato da quello scientifico. Il tempo della coscienza perciò è:
1. Tempo della durata: il tempo che dura, il passato che è presente (ricordi che ci influenzano nel presente)
2. Tempo della vita cioè delle cose che hanno significato per me, che rappresentano la mia vita vissuta. È quindi un tempo interiore.
3. Qualitativo: perché non è misurabile, ma è dipendente dai ricordi e sensazioni che vengono suscitate in me.
4. Flusso continuo: non soggetto ad essere segmentato in parti.
La coscienza supera perciò il determinismo fisico, aprendo la strada alla libertà psicologica: la libertà è l’elemento che appunto contraddistingue la persona umana, e non è possibile definirla, perché facendolo, la si schematizzerebbe limitandola perciò in parametri. È un qualcosa di visibile solo nell’io, non è riproducibile all’esterno.
LA MEMORIA
Strettamente collegata all’idea di tempo è il tema della memoria, grazie alla quale il nostro passato esiste. Attraverso il processo del ricordo, la vita dello spirito si trasforma in azione sul mondo, e viene distinto da Bergson in tre diverse modalità:
1. Ricordo puro: è la memoria profonda, il deposito inconscio di tutte le esperienze passate. Ha carattere spirituale e costituisce il nostro passato, tutto intero, che ci accompagna in ogni momento, anche se non ce ne rendiamo conto, e che attualizza le esperienze passate mediante la seconda fase, cioè il ricordo-immagine.
2. Ricordo-Immagine: è l’atto con cui quel passato si materializza, facendosi in parte presente qui e ora. Tale materializzazione del ricordo puro è operata del cervello e, dunque, è un fatto fisiologico, appartiene al nostro corpo: non si escludono perciò possibili alterazioni a causa di malattie (colpiscono solo il ricordo-immagine). Il nostro passato non si perde mai: esso è virtualmente sempre disponibile, anche se in modo inconscio.
3. Percezione: è la facoltà che ci lega al mondo esterno e ha la funzione di selezionare i dati che ci sono più utili ai fini delle nostre attività concrete. La percezione di un suono, odore o immagine di oggi può risvegliare in noi altri suoni, odori e immagini e con essi esperienze del passato riattualizzate mediante il ricordo-immagine.